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Storia di Leônidas da Silva, il diamante nero, di gomma

leonidas da silvas doodleE ‘una delle cose più sorprendenti che abbiate mai visto su un campo di gioco sportivo, non solo su un campo di calcio. Con le spalle alla porta, il giocatore salta in aria e comincia a ruotare all’indietro, e proprio come un compasso la gamba arriva circa all’altezza della testa, calciando indietro il pallone sopra la sua testa mentre è a testa in giù cadendo verso il tappeto erboso. La sforbiciata, la bicicletta, la rovesciata, chiamatela come volete è uno di quelle manovre così improbabili e allo stesso tempo così ben conosciute che sembra impossibile che qualcuno effettivamente l’abbia inventatata.

Il merito è attribuito a Leônidas da Silva, celebrato oggi nel centenario della sua nascita , il 6 settembre 1913, a Rio de Janeiro, dal Doodle di Google, i disegni che ormai ricorrentemente abbelliscono la pagina del motore di ricerca.
Una leggenda del calcio brasiliano e non solo, Leônidas da Silva, riconosciuto dai più come l’inventore della rovesciata,ma che ha fatto molto di più sui campi da gioco.

Il “diamante nero” o “uomo di gomma”, chiamato così per la sua agilità sul campo, ha segnato, anche in rovesciata ma non solo alcuni tra i gol che hanno fatto la storia del calcio, non ultimo quello che permise al Brasile di arrivare in semifinale e allo stesso Leônidas di conquistare il titolo di giocatore col più alto numero di gol (7)  segnati nel Mondiale del 1938.

La prima convocazione in nazionale brasiliana risale al 1933 e in poco tempo l’uomo di gomma diventa uno degli attaccanti più prolifici degli anni ‘30. Nel 1942 lascia il Flamengo e passa al San Paolo, dove resterà fino alla fine della sua attività di giocatore, fino al 1950.

Leonidas
Silva ha rappresentato i punti di forza e le contraddizioni del carattere multietnico del Brasile . Quando è nato il Brasile non aveva nel calcio internazionale lo strapotere che ha oggi, il calcio non era nemmeno uno sport professionistico in Brasile fino al 1930. Ma Silva è cresciuto giocando nelle strade e ben presto ha fatto il suo debutto come un adolescente prodigio in varie piccole squadre amatoriali e poi in squadre di professionisti. Anche se piccolo per un attaccante, era rapido e straordinariamente agile, una qualità che alla fine gli ha dato uno dei suoi tanti soprannomi : “O Homen Borracha”-il Rubber Man, l’uomo di gomma.

Nel 1933, era già qualcosa di più di una stella nascente, in una partita contro la nazionale dell’ Uruguay ha segnato due volte, la seconda rete con la fino ad allora sconosciuta rovesciata.

Con il crescere della sua fama, la sua vita e la carriera ha seguito un percorso simile a quello di molti atleti di colore costretti ad abbattere le barriere culturali nel loro cammino verso la cima. Si dice che il suo prima ingaggio fu composto da due tute e due paia di scarpe. Dopo ha sempre avuto un generoso stipendio che comprendeva anche vestiti costosi ed eleganti, diventando la prima stella del calcio, non immune comunque al razzismo. I giocatori brasiliani sono stati segregati dal resto dei passeggeri del viaggio per mare verso l’Europa per giocare la Coppa del Mondo del 1938

Tensioni razziali a parte, Silva nella partita d’esordio contro la Polonia, ha segnato tutti e tre i gol del Brasile nel primo tempo e nel secondo tempo, frustrato dal campo fangoso, si tolse le scarpe fino a quando l’ arbitro non lo costrinse a rimetterle . Misteriosamente Silva non giocò la partita di semifinale contro l’Italia che sconfisse il Brasile 2-1 (con il mitico Meazza in gol).


Nel 1941, è stato accusato di usare documenti falsi per sfuggire al servizio militare obbligatorio e ha trascorso otto mesi in carcere. E’ tornato in campo dopo il suo rilascio, ancora efficace (con il São Paulo Flamengo squadra per cui ha giocato la maggior parte degli anni ’40 ed ha vinto il campionato cinque volte su sette anni), ma abbastanza appannato e non ha mai più partecipato alla Coppa del Mondo.

Si ritirò nel 1949, provando a fare l’allenatore, poi il commentatore radiofonico con scarso successo fino a lasciare il mondo del calcio per aprire un negozio di mobili . Ha trascorso il resto della sua vita lontano dagli occhi del pubblico, e muore di complicazioni da diabete e per il morbo di Alzheimer il 24 gennaio 2004 a 90 anni.

Storia di Leônidas da Silva, il diamante nero, di gomma ultima modifica: 2013-09-06T15:45:47+02:00 da 3Pareggi admin
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