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Salute nei campi di calcetto, opinioni contrastanti

Negli stessi giorni sono uscite due notizie riguardanti la salute di chi frequenta i campi sportivi sintetici, specialmente da calcio e calcetto.  Partendo da motivazioni differenti un articolo mette in guardia gli atleti e gli amatori dal rischio nascosto in questi campi, l’altro rassicura che non ci sono pericoli .  Un aspetto è quello della manutenzione, un altro quello della costruzione.

Recentemente sulla stampa olandese è stato lanciato l’allarme per i campi in erba sintetica con intaso in gomma, che si sospetta abbiano contenuti eccessivamente alti di sostanze tossiche.

I campi da calcio artificiali sono costituiti da tappeti di fili di erba sintetica (PE o PP) mantenuti in posizione verticale da un “intaso” di sabbia e granuli elastici di varia natura, tra questi anche la gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso, o PFU. La presenza della gomma garantisce un migliore confort di gioco e una maggiore durata dell’erba sintetica. L’utilizzo di gomma riciclata da PFU contribuisce inoltre all’abbattimento degli impatti ambientali, riducendo il consumo di materie vergini derivanti da risorse non rinnovabili e migliorandone l’impronta ecologica.

Per l’allarme lanciato in Olanda non si può dare una risposta precisa in assenza di tracciabilità circa la provenienza della gomma da intaso utilizzata in quei campi, non si può dare per scontato che si tratti di gomma derivante da riciclo di PFU  o che non vi possano essere state commistioni con altre sostanze, additivi o materiali, o che non vi possa essere la presenza di contaminanti ambientali di varia natura.

Lo studio sulla sicurezza della gomma da PFU per l’intaso dei campi artificiali L’utilizzo di intasi derivanti da riciclo di PFU è stato più volte contestato in passato per il sospetto che alcune sostanze considerate tossiche contenute in componenti della gomma vulcanizzata (come gli IPA, Idrocarburi Policiclici Aromatici) potessero migrare dai granuli di gomma ai giocatori, attraverso contatto con la pelle, o attraverso inalazione.

La gomma riciclata da PFU ha la stessa composizione chimica dei pneumatici nuovi, derivando da un semplice processo di frantumazione degli stessi, senza aggiunta di alcun additivo, né di sostanze di alcun tipo. La frantumazione dei PFU in Italia, nella filiera industriale coordinata da Ecopneus, avviene in circa 20 impianti dislocati in tutta Italia, che operano a contratto con Ecopneus seguendo capitolati che impongono una serie di vincoli relativi alla qualità delle fasi di lavorazione (ingresso del materiale, stoccaggio, triturazione, insaccamento). Ecopneus ha inoltre attivato un percorso di certificazione di qualità, con l’ausilio della società Certiquality.

Nel 2014 Ecopneus ha avviato una serie di studi e analisi scientifiche per verificare l’effettiva esposizione dei giocatori negli impianti sportivi con erba artificiale tipicamente installati in Italia.

L’Istituto per le Ricerche Farmacologiche Mario Negri-IRCCS ha misurato il contenuto di IPA presenti nella gomma dei PFU, ne ha valutato la biodisponibilità e quantificato i rischi associati all’esposizione dermica ed inalatoria negli scenari di impiego più comuni. Il contenuto di IPA nella gomma è risultato molto limitato in tutti i campioni analizzati.

Il rischio di migrazione degli IPA dai granuli di gomma da PFU

campo in erba sintetica

campo in erba sintetica

I test di migrazione nel sudore e in surfattanti polmonari (simulanti delle sostanze presenti negli alveoli polmonari) effettuati dall’Istituto Mario Negri-IRCCS su gomma non nobilitata (nera) hanno evidenziato la scarsa biodisponibilità di tali sostanze, che rimangono intrappolate all’interno della gomma vulcanizzata e quindi non sono assorbite dal corpo umano, né per contatto dermico né per inalazione. Nei test di migrazione degli IPA in sudore artificiale i valori massimi di cessione misurati sono equivalenti a fattori di migrazione molto inferiori a 0,01% del contenuto di ciascuna sostanza, valori che permettono di definire come altamente improbabile la migrazione degli IPA della gomma per semplice contatto dermico.




Contemporaneamente gli esperti di Waste and Chemicals hanno condotto una serie di 15 monitoraggi presso campi in erba naturale e campi in erba artificiale per valutare l’esposizione agli IPA dei lavoratori durante la posa in opera della gomma e degli atleti durante le partite di allenamento sulle diverse superfici di gioco. Oltre a misurare la qualità dell’aria inalata durante i monitoraggi e la deposizione dermica di eventuali polveri di gomma, sono state analizzate anche le urine di lavoratori e atleti per verificare se a seguito dell’esposizione alla gomma vi fosse una variazione di concentrazione dell’idrossipirene che indicasse l’assorbimento di IPA: anche in questo caso le analisi hanno escluso l’esposizione agli IPA riconducibile alla gomma da PFU. I monitoraggi effettuati confermano quanto osservato dagli studi internazionali, ossia un valore di rischio cancerogeno incrementale significativamente inferiore (di un ordine di grandezza) a quello raccomandato per la popolazione generale di 1×10-6. Ciò significa che una persona esposta quotidianamente alla gomma sui campi da gioco (es. un giocatore professionista che si allena quotidianamente per 3-5 h) per un periodo rilevante della propria vita (es. per 20-40 anni), ha meno di una probabilità su un milione di contrarre una patologia anche grave a causa dell’esposizione agli IPA contenuti nell’intaso.

Da tutte le analisi condotte – sia in laboratorio, sul granulo nero, sia in campo in condizioni reali, su granulo nobilitato – è emerso un quadro rassicurante che conferma l’assenza di rischi significativi per la salute dei lavoratori e degli atleti che giocano su campi sintetici con intaso in gomma riciclata da PFU.

[fonte comunicato stampa ecopneus ]

campo polivalente in sintetico

campo polivalente in sintetico

Un altro allarme lanciato per chi frequenta campi in sistetico avverte della presenza di batteri nascosti nell’erba sintetica con presenza di Escherichia coli, stafilococchi e di carica batterica aerobia totale sui campi in erba sintetica degli impianti sportivi (campi di calcio, calcetto, tennis) che si rivelano focolai di microrganismi potenzialmente dannosi per la salute degli sportivi.

L’allerta e’ lanciata da Cinzia Randazzo, docente di Microbiologia Agro-alimentare, dell’Università di Catania, in seguito ad uno studio condotto le scorse settimane su impianti sportivi. “Ci siamo posti l’obiettivo di stimare il grado di contaminazione di campi sportivi in erba artificiale. Le analisi sono state eseguite su svariati punti del manto di campi appartenenti a differenti impianti sportivi, con differenti gradi di usura. I risultati, simili tra i campi, hanno evidenziato una carica microbica totale pari a 10.000 unità formanti colonie (ufc) per cm2, presenza di stafilococchi pari a 1.000 ufc per cm2 e presenza di Escherichia coli pari a 100 ufc per cm2“.

Lo studio, assolutamente innovativo, rappresenta la prima indagine sullo stato di contaminazione dei campi in erba artificiale: questi risultati, del tutto preliminari, pongono le basi per ulteriori indagini microbiologiche sia per comprendere l’origine della contaminazione e dello sviluppo microbico, come acqua impiegata per il lavaggio dei campi, calpestio dei giocatori, gocce di sudore e di sangue disperse per piccole abrasioni, sputi e condizioni climatiche, sia, soprattutto, per mettere a punto soluzioni efficaci per garantire la qualità igienico-sanitaria degli impianti sportivi a tutela della salute di chi li frequenta, soprattutto giovani e giovanissimi.

Si calcola che in Italia siano oltre duemila i campi in erba sintetica, soprattutto di calcio e calcetto, diffusi in modo unitario sul territorio, con una presenza maggiore nel sud del Paese.

[fonte galileonet.it ]

Salute nei campi di calcetto, opinioni contrastanti ultima modifica: 2016-10-28T08:39:25+02:00 da 3Pareggi admin

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