Superlega perchè è fallita? Le motivazioni reali

Da Superlega a superflop il passo è stato decisamente breve. Il progetto che ha fatto tremare il calcio europeo per poco più di 48 ore, è naufragato a tempo di record. Un autogol in piena regola. 

Cos’è la Superlega 

Una competizione per club –  alternativa alla Champions League – che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto mettere assieme le big d’Europa in una sorta di super-campionato. Questo, in sintesi, il progetto del quale si parla da anni, capeggiato dal Presidente del Real Madrid, Florentino Perez. 

Al momento dell’annuncio, 12 erano i club fondatori pronti ad arrivare a 15, partecipanti di diritto (altre 5 squadre da selezionar ogni anno in base ai risultati ottenuti nella precedente stagione). Tra questi: Manchester United, Liverpool, Arsenal, Manchester City, Tottenham, Chelsea, Real e Atletico Madrid e Barcellona. Non potevano mancare all’appello tre italiane: Juventus, Inter e Milan.  Pronta a mettere sul piatto una cifra tra i 3 e i 4 miliardi, niente meno che JpMorgan, la banca d’affari statunitense. Prosegui la lettura su calciomercatolive.net Novità e molte altre notizie su sport e calcio, oltre a informazioni esclusive ti aspettano!

 Da Superlega a Superflop

Peccato però che nessuno avesse fatto i conti  con l’ira funesta della UEFA che ha fatto fuoco e fiamme, minacciando una causa da 50 miliardi, oltre che espulsioni e ritorsioni nei confronti dei club “ribelli”. A guidare la ritirata i tifosi inglesi appoggiati persino dal premier Boris Johnson che si è apertamente schierato contro l’iniziativa con i club inglesi che, fiutati la “malparata” si sono sfilati uno ad uno.  Poi è toccato alle spagnole. Alla fine, hanno dovuto sventolare bandiera bianca anche le italiane, con la Juventus di Andrea Agnelli ultima ad arrendersi, ammettendo la sonora sconfitta.

I motivi del fallimento

Prima di tutto, le regole sono una cosa seria. Alla base del fallimento una contraddizione di fondo: nelle intenzioni dei promotori la competizione non avrebbe pregiudicato la partecipazione alle rispettive competizioni nazionale. La logica della “botte piena e moglie ubriaca”, insomma, che però non ha convinto (come facilmente ipotizzabile) nè la UEFA nè le leghe nazionali che sono corse immediatamente ai ripari.   Non ha convinto nemmeno la spiegazione di Florentino Perez che ha difeso il progetto a spada il progetto affermando che l’iniziativa è stata pensata con l’intento di salvare il calcio e non di ucciderlo. 

Le proteste dei tifosi 

La considerazione è semplice e banale, ma fa la differenza: senza i tifosi il calcio non va. La loro reazione, in molti casi, rabbiosa e indignata, deve in qualche modo convinto i club a fare marcia indietro. Basti pensare che il Presidente del Liverpool si è addirittura scusato ufficialmente con i supporter della squadra inglese, ammettendo l’errore. 

Furia Uefa

Durissima la presa di posizione del Presidente Ceferin che ha usato ogni mezzo per ostacolare il progetto.

L’assenza di Francia e Germania

Il progetto non ha potuto contare – almeno nella fase iniziale – del sostegno delle big dei campionati francese e tedesco. Assenti infatti club del calibro di Paris Saint Germain e Bayer Monaco. Ma di certo non è stato un buon assist all’iniziativa nemmeno la bocciatura di Klopp, allenatore del Liverpool e Guardiola del Manchester City, tra i club fondatori. 

Il no delle Istituzioni

Unanime anche il no del mondo politico. Tra i “nemici” della SuperLega il Premier inglese Boris Jhonson ma dubbi e perplessità sono state espresse anche dal nostro Presidente del Consiglio Draghi che interpellato sulla questione ha ribadito la necessità di tuelare competizioni nazionali, valori meritocratici e funzione sociale dello sport.

Per il momento, dunque, niente Superlega. Gli ideatori assicurano però che si tratta di uno stop momentaneo non di un addio definitivo. Insomma, abbiamo assistito al primo tempo. Cosa succederà nei restanti 90 minuti?