zero a zero sconosciuto in Serie A
Il sistema di scommessa dei 3 pareggi è in crisi . Infatti non solo diminuiscono (in Italia) i pareggi, ma sparisce il risultato di pareggio più facile da indovinare, lo 0-0 figlio di una parità tecnica e tattica e crescono i 2-2, risultato dell’imprevedibilità di attacchi e difese.
Quest’anno lo zero a zero è sparito dal campionato più catenacciaro d’Europa, la nostra Serie A: due zero a zero sulle ottanta partite delle prime otto giornate di A. Fatta eccezione per Carpi-Napoli e per il derby d’Italia Juventus-Inter, sui nostri campi si è sempre segnato: 2,61 di media-partita contro i 2,59 della Francia, i 2,54 della celebrata Premier, i 2,49 della Germania. Meglio di noi soltanto la Liga (2,73) .
Fino a quattro stagioni fa, la percentuale delle partite senza gol superava agevolmente il dieci per cento. Nelle ultime tre stagioni si sono sempre segnate più di mille reti ed in proiezione quest’anno sarà un record di gol segnati. Una tendenza tutta italiana visto che in tutte le altre grandi leghe gli 0-0 sono in aumento.
Il risultato perfetto, secondo Brera, un tempo il pareggio senza reti era considerato uno dei tratti distintivi del nostro calcio, dove le stelle erano i difensori rocciosi. Tra gli allenatori italiani lo 0-0 significava nessun errore difensivo e strategico, specialmente per le piccole che si mettevano in trincea.
Perchè è sparito lo zero a zero
Verrebbe da dire che le piccole squadre non erigono più barricate . In realtà non esistono più le piccole squadre, chiedere a Chievo e Sassuolo. I tecnici più apprezzati sono quelli che vanno a giocarsela sempre e comunque. Dunque, le danno e le prendono e i gol sono figli di questo nuovo atteggiamento.
Secondo: non ci sono più i difensori di una volta. Sia per qualità di temperamento sia per schieramento difensivo . Difese più alte, non si spazza più via, ma il difensore deve impostare il passaggio, e qualche volta l’errore ci scappa.
Terzo: non c’è più il gioco all’italiana e quasi tutti giocano con la difesa a tre o a quattro con fasi offensive molto curate: in una parola, primo attaccare e poi difendere, oppure l’attacco è la miglior difesa.
Quarto: Higuain e Insigne, Eder, Kalinic, Pjanic, Quagliarella, Paloschi e Bacca . L’attuale classifica marcatori parla di grandi attaccanti.