Cosa è successo nella partita sospesa PSG – Istanbul Basaksehir
La partita di Champions League del Paris St-Germain contro l’Istanbul Basaksehir di martedì sera è stata sospesa per frasi razziste da parte di un arbitro e riprenderà questa sera dal 14° minuto.
Cosa è successo di preciso? I giocatori dell’ Istanbul sostengono che il quarto uomo del gruppo arbitrale abbia usato frasi razziste nei confronti del loro vice allenatore ed ex nazionale camerunense Pierre Webo nel momento in cui riceveva un cartellino rosso.
La frase incriminata suona più o meno “Quello nero laggiù. Vai a controllare chi è. Quello nero laggiù, non è possibile agire così. “. In risposta il vice Basaksehir Demba Ba chiaramente arrabbiato chiede all’arbitro: “Non dici mai ‘questo ragazzo bianco’, dici: ‘Questi ragazzi’. Quindi, ascoltami, perché quando parli di un ragazzo di colore lo fai devi dire “questo ragazzo nero“? Ovviamente non con questa precisa parola.
I giocatori di Istanbul sono usciti dal campo in segno di protesta, seguiti dai giocatori del PSG.
L’incidente è avvenuto a soli 14 minuti dall’inizio del pareggio del Gruppo H, che era ancora a reti inviolate.
In un comunicato, l’Uefa ha dichiarato: “Dopo aver discusso con entrambe le squadre, l’Uefa ha deciso in via eccezionale di far giocare i minuti rimanenti della partita domani con una nuova squadra di ufficiali di gara“.
Dopo la sospensione i giocatori hanno atteso circa due ore prima della conferma ufficiale che il gioco non sarebbe finito ripreso. Durante quel periodo, i giocatori del PSG si sono riscaldati nel tunnel in attesa di una ripresa, ma i loro avversari non sono più usciti dagli spogliatoi. In seguito i giocatori del PSG hanno espresso la loro solidarietà hai giocatori avversari.
L’attaccante del PSG Kylian Mbappe in seguito ha twittato: “Di ‘no al razzismo. Webo siamo con te”.
La Uefa ha annunciato di aver avviato un’indagine, ma in attesa del giudizio la partita deve essere conclusa.
“Dopo essersi consultati con entrambe le squadre, è stato concordato che la partita riprenderà con un diverso quarto ufficiale. La Uefa indagherà a fondo sulla questione e ulteriori comunicazioni saranno effettuate a tempo debito“.
I giocatori che escono dal campo per protestare contro il razzismo sono rari e il fatto che entrambe le squadre lo abbiano fatto è stato particolarmente sorprendente. Potrebbe anche rivelarsi un punto di svolta nella lotta del calcio contro la discriminazione e ci sarà molta attenzione sulle indagini della Uefa e sulle sanzioni che l’organo di governo emetterà se l’arbitro Coltescu dovesse essere ritenuto colpevole di razzismo.